Paestum

Al confine tra la Piana del Sele ed il Cilento, Paestum è, senza alcun dubbio, uno dei tesori archeologici più suggestivi e preziosi d'Italia, ammirata in tutto il mondo per i suoi spettacolari templi dorici. La leggenda vuole che fu fondata dagli Argonauti, ma, in realtà, furono gli abitanti di Sibari nel VI secolo a.C.
Originariamente sorta col nome di Poseidonia (perché in onore del dio Poseidone), in breve tempo divenne una delle colonie più floride del Mediterraneo; il declino della città coincide con la fine dell'Impero Romano: le costruzioni furono rase al suolo ed utilizzate per fare calce o per costruire ed abbellire chiese e palazzi. Poi fu solo abbandono, con gli edifici sacri nascosti (ed al tempo stesso protetti) da acquitrini e boschi, fino al 1750. Collocati di fronte al mare, i tre templi dorici del V secolo a.C. sono incredibilmente ben conservati e rappresentano il fiore all'occhiello del Parco Archeologico di Paestum: il tempio di Nettuno, la Basilica (questi due dedicati al culto di Hera, moglie di Zeus e dea della prosperità) ed il Tempio di Cerere; i 5 Km di mura perimetrali rappresentano il miglior e meglio conservato esempio di struttura fortificata di tutta la Magna Grecia.
In estate assai suggestiva è la passeggiata notturna tra i templi, dove voci, musiche e luci accompagnano il turista durante tutto il percorso.
Importanti sono anche le rovine romane della città, come il Foro, l'anfiteatro ed i resti di alcuni edifici sacri.
La Via Sacra, di origine greca, lambisce ad ovest i templi ed era, in passato, dedicate alle processioni.
Complessivamente oggi l'area di Paestum vanta dodici templi quasi intatti oltre a numerose altre testimonianze del glorioso passato. E interessantissimi sono i reperti conservati al Museo archeologico nazionale, che spaziano fino al periodo romano: è al museo, tra l'altro, che sono conservate le 33 metope del santuario di Hera Argiva raffiguranti le fatiche di Ercole, le lotte dei Centauri ed episodi della guerra di Troia, nonché gli affreschi del 480 prima di Cristo ritrovati nella cosiddetta "Tomba del tuffatore" (dalla figura che si "tuffa" nell'aldilà attraverso l'oceano: è l'unico esempio di pittura murale funeraria greca ispirata allo stile etrusco).
L'uso delle tombe dipinte si afferma a Paestum in modo assai diffuso nel IV secolo a.C., durante il dominio lucano. A questa epoca risale la ricchissima raccolta di pitture funerarie del museo. Si tratta di lastre affrescate: le più antiche sono decorate solo nella parte centrale, con fasce, corone, bende o rami; in seguito si afferma l'uso di vere e proprie scene figurate per le tombe maschili (prevalentemente guerrieri a cavallo con elmo e corazza) e di elementi decorativi per quelle femminili.