Pompei

"Ecco il Vesuvio, che ieri ancora era verde delle ombre di pampini: qui celebre uva spremuta dal torchio aveva colmato i tini. Questa giogaia Bacco amò più dei colli di Nisa: su questo monte ieri ancora i Satiri eseguirono il girotondo. Qui c'era la città di Venere, a lei più gradita di Sparta; qui c'era la città che ripeteva nel nome la gloria di Ercole. Tutto giace sommerso dalle fiamme e dall'oscura cenere: gli dei avrebbero voluto che un tale scempio non fosse stato loro permesso" (Marziale).

Pompei è, probabilmente, l'unico sito archeologico al mondo capace di far vedere e comprendere lo stile di vita di un'antica città romana. Infatti, l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. non ha distrutto Pompei, ma ha semplicemente fermato le lancette del tempo, per restituircela con l'aspetto che aveva all'alba del 24 agosto del 79 d.C.
Dichiarata dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, Il fascino e la magia di Pompei era tale che fu inserita tra le tappe del Grand Tour; Stendhal nel 1817 annotava: " E' un piacere vivissimo vedere faccia a faccia quell'antichità sulla quale si sono letti tanti volumi".
Gli scavi archeologici iniziarono nel 1748 sotto Carlo III di Borbone ed attualmente hanno portato alla luce solo i 3/5 della città.
Il percorso degli scavi è molto vasto (ben 44 ettari). Tra gli edifici pubblici, c'è il Foro: centro commerciale e cuore della politica, il Capitolium (il tempio principale), il santuario di Apollo, la Basilica (dove si amministravano giustizia e affari) e, oltre il Tempio di Venere, il Macellum (qui si affacciavano le botteghe), il tempio di Vespasiano e l'edificio di Eumachia dal bel fregio in marmo (lo si nota sull'ingresso dal Foro). Al suo fianco, la Via dell'Abbondanza. Percorrendola, si giunge alle Terme Stabiane: parte dell'edificio dà sul Vicolo del Lupanare, che prende il nome dal più celebre dei tanti bordelli (lupa era la prostituta in latino) di Pompei. Alle pareti, quadretti dipinti che raffigurano diverse posizioni erotiche. Nelle vicinanze, il Teatro grande (dall'alto della cavea si ha un'ottima vista sugli scavi; il quadriportico dietro la scena era la caserma dei gladiatori) e l'Odeion, il teatro piccolo, utilizzato sia come sala da musica che per le assemblee pubbliche. Imboccando di nuovo la Via dell'Abbondanza, si risale fino alla Casa di Menandro, una ricca abitazione di 1800 metri quadrati. Risalendo ancora, la Casa di Loreius Tiburtinus, dalla bella loggia con giardino, la Casa di Venere (dall'affresco che immortala la dea), e la Villa di Giulia Felice, di cui sono da vedere gli appartamenti privati. Da qui si noti l'Anfiteatro, costruito per ospitare fino a 20 mila spettatori. C'è poi la Pompei delle residenze private, quelle più famose in assoluto per i dipinti e le architetture degli interni: basterà che dal Foro si prosegua dritto fino alla Via della Fortuna, ed ecco la Casa del Fauno, la più grande - 3000 metri quadrati - tra i palazzi signorili, e poi la Casa dei Vetii, celebre per i suoi affreschi. Ma Pompei deve la sua notorietà soprattutto alla Villa dei Misteri. La si raggiunge attraversando la Via dei Sepolcri, che dalle mura cittadine portava alla costa (da notare la quantità di monumenti funebri). E' la più bella, sia per gli affreschi che per la distribuzione interna degli ambienti. Splendida la terrazza sorretta dal portico e splendido il ciclo pittorico del triclinio: 17 metri per 3, un vero record in quanto a proporzioni, in cui dominano la scena il dio Dioniso e Arianna.
I calchi in gesso delle vittime dell'eruzione - uomini e animali - esposti all'Antiquarium di Boscoreale, a 3 chilometri da Pompei, ultima "istantanea" di vita dei pompeiani. Altri reperti provengono da siti archeologici di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae, Terzigno e Boscoreale, appunto.